Immaginate un politico che non indossa mai la cravatta, comunica attraverso meme sui social e riesce a far innamorare persino i suoi avversari. Sembra un sogno? Eppure, è la realtà di “Pippi” Mellone, il sindaco di Nardò che sta facendo parlare di sé e che potrebbe presto candidarsi alla presidenza della Regione Puglia. In un panorama politico spesso visto come distante e autoreferenziale, Mellone rappresenta una ventata d’aria fresca. Un amministratore che ha conquistato il 75% dei voti (secondo mandato) parlando il linguaggio della gente comune. Ma chi è davvero questo personaggio che sta rivoluzionando le certezze della politica tradizionale?
Quarantun anni, avvocato di professione, ma soprattutto un innovatore che ha riscritto le regole della comunicazione politica. Pippi Mellone è quello che indossa giacca e cravatta solo quando è assolutamente necessario, perché la sua uniforme preferita è composta da sneakers e un look informale. Un dettaglio? Non proprio. È la manifestazione di un approccio politico che mira a ridurre il divario tra istituzioni e cittadini.

Ma non lasciatevi ingannare dall’apparenza casual, perché dietro c’è una solida formazione politica che va da Azione Giovani di Alleanza Nazionale fino alla fondazione di “Andare Oltre”, un movimento che si definisce “militante ed ambientalista”. È proprio questa abilità di mescolare tradizione e innovazione, centrodestra e sensibilità trasversali, che rende Mellone un unicum nel panorama politico del Sud.
Al suo secondo mandato, governa con otto liste civiche diverse unite sotto la sua leadership: “Pippi Sindaco di Tutti”, “Liberi Polari”, “Movimento Politico Libra”, “Difendere Nardò”, nomi che raccontano già di per sé una politica diversa, lontana dai soliti schemi partitici. È come se Mellone fosse riuscito a creare un’orchestra in cui suonano insieme strumenti che normalmente non andrebbero d’accordo.
Mellone ha trasformato Nardò in quello che lui stesso ama definire “un grande cantiere”con marciapiedi nuovi, strade riasfaltate, rotonde moderne, un lungomare che fa invidia alle località turistiche più blasonate. Stiamo parlando di milioni di euro investiti in opere pubbliche tangibili, quelle che i cittadini vedono ogni giorno andando al lavoro o portando i figli a scuola. L’Urban Park e il nuovo lungomare sono diventati i simboli di questa trasformazione e quindi non promesse elettorali, ma realtà concrete che puoi toccare con mano. È questo approccio “hands-on” che ha conquistato i cittadini di Nardò, meno chiacchiere, più fatti. Una lezione di pragmatismo che in tempi di disaffezione verso la politica suona come una rivoluzione.
Mentre molti politici ancora brancolano nel buio dei social media, Mellone li ha trasformati nel suo terreno di gioco preferito. La sua pagina Facebook “Pippi Mellone Sindaco” ha oltre 35.000 followers e sono un numero impressionante se considerate che Nardò ha 32.000 abitanti. Praticamente ha più follower che cittadini! Ma non è solo questione di numeri, perché Mellone ha inaugurato, un canale WhatsApp per aggiornamenti diretti ai cittadini.
Ha capito che nell’era digitale comunicare significa essere presenti dove la gente passa il suo tempo, non aspettare che la gente venga da te. Forse il tratto più affascinante di questo personaggio è la capacità di farsi amare da tutti, anche dai nemici politici.
Mellone ha origini nel centrodestra e viene corteggiato dalla Lega, ma è riuscito nell’impresa quasi impossibile di conquistare anche Michele Emiliano, il Presidente della Regione Puglia di centrosinistra. Un paradosso che in politica raramente si vede. Come ha fatto? Semplice, puntando sui contenuti più che sulle appartenenze. Si presenta realmente come “sindaco di tutti”, non del suo partito o della sua coalizione. Una strategia che in tempi di polarizzazione estrema suona quasi rivoluzionaria.
E arriviamo al dunque. Può questo sindaco di provincia conquistare una regione intera? Le premesse ci sono tutte e Mellone porta con sé un curriculum amministrativo solido, una capacità comunicativa che fa scuola e soprattutto quella trasversalità elettorale che in Puglia potrebbe fare la differenza.
Il centrodestra pugliese non vince da vent’anni e l’ultima volta fu con Raffaele Fitto nel 2000. Serviva una scossa, qualcosa di nuovo che rompesse gli schemi. Mellone potrebbe essere proprio questa novità con un volto giovane (40 anni) in grado di attrarre anche voti non tradizionalmente di centrodestra. Il Salento, sua terra d’origine, è una delle aree più popolose della regione e il consenso che ha costruito potrebbe essere la base per un progetto più ampio e poi c’è la questione del “cambio generazionale”.
Dopo decenni di politici di lungo corso, Mellone rappresenterebbe il ricambio generazionale che molti elettori pretendono e la strada di certo non è semplice. Mellone deve confrontarsi con nomi di peso come Mauro D’Attis e Francesco Paolo Sisto di Forza Italia, per citarne alcuni, e navigare nelle complesse dinamiche interne del centrodestra. Ma la sua posizione di “civico” potrebbe trasformarsi nel suo asso nella manica, permettendo una candidatura che rispetti gli equilibri nazionali senza fare torti a nessun partito.
Il timing sembra essere perfetto, poiché se dovesse dimettersi da sindaco entro uno o due mesi, Nardò voterebbe in primavera dopo le regionali che saranno il prossimo autunno. Una sequenza che permetterebbe di gestire al meglio la transizione e di arrivare preparati agli appuntamenti elettorali.
Che Pippi Mellone riesca o meno a conquistare la Regione Puglia, è certo, e lo abbiamo già ribadito, che ha già cambiato il modo di fare politica in Puglia. Ha dimostrato che si può governare con competenza senza perdere il contatto con la gente, che si può comunicare in modo moderno senza rinunciare alla sostanza. In un’epoca di crescente sfiducia verso la politica tradizionale, figure come Mellone sono la prova che la politica può tornare a essere “cool”, può tornare a far sognare, può tornare a unire invece che dividere e forse è proprio questo il vero “fenomeno Mellone”. Aver dimostrato che l’anomalia di oggi potrebbe diventare la normalità di domani. Se così fosse, la politica in generale avrebbe molto da imparare da questo sindaco in sneakers che ha fatto innamorare un’intera città.
Ph: Mino Potenza