“La salvaguardia del patrimonio scolastico e, nello specifico, delle strutture sportive scolastiche, dovrebbe essere una priorità.

Invece di dare attenzione solo alla costruzione di Palazzetti Sportivi, Piscine Comunali o “giardinetti” con un solo canestro, sarebbe utile fermarsi a risolvere un aspetto che non permette alle nostre scuole di proiettarsi verso il futuro.

Una vera amministrazione ha l’obbligo di porre il giusto accento sull’aspetto educativo che lo sport ha nel formare i giovani e risolvere il problema dell’assenza di palestre all’interno delle scuole e la loro riqualificazione.

Questo è un problema che parte da lontano ma che non si è mai stati in grado di risolvere.

Non ci sono interventi concreti, non esistono monitoraggi costanti nelle scuole tali da assicurare ai nostri giovani strutture sportive all’interno degli edifici scolastici degne di assumere un ruolo centrale nella loro crescita.

Costruire nuove palestre e mettere in sicurezza quelle già esistenti significa consentire alle scuole di offrire ai ragazzi spazi fruibili per contrastare la dispersione scolastica e favorire la diffusione della pratica sportiva tra i giovani.

Tutti i ragazzi devono avere la possibilità di praticare sport, a prescindere dal contesto sociale o economico di origine, perché per molte famiglie è complesso far praticare sport ai propri figli e le palestre scolastiche assumono un ruolo centrale nel garantire questo diritto.

Un esempio da seguire? La Svezia, dove sono i singoli consigli comunali a decidere quanti fondi destinare alla scuola e dove il sistema scolastico si basa sul principio che tutti dovrebbero avere uguali possibilità a prescindere dalle possibilità economiche, tanto da essere definita la “scuola ideale”.

Palestre, aule studio, laboratori, biblioteche danno la possibilità ai giovani di vivere la loro scuola anche al di fuori delle lezioni.

Basterebbe un gesto sottile chiamato studio, attenzione, ascolto e interesse a risolvere i problemi comuni, per non portare il nostro mondo scolastico alla deriva.

Ci sono cose che devono finire per permettere ad altre di iniziare.”

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