Tutta l’umanità, a causa della pandemia, sta attraversando un periodo buio, con un forte impatto sia nel campo economico che sociale.
La pandemia ha evidenziato molte fragilità soprattutto nel campo della sanità. Dico soprattutto nel campo della sanità e lo metto al primo posto, perché la salute deve essere considerata un bene primario e come tale si ha il dovere di tutelarla!
Il Recovery Plan, meglio detto Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, visto che il Presidente Draghi ha puntualizzato l’importanza dell’uso della lingua italiana, ha fissato un impegno di circa 20 miliardi di euro per ridisegnare il modello di assistenza e ammodernare il Sistema Sanitario Nazionale.
Finalmente ci si è resi conto che i continui tagli alla sanità degli ultimi anni hanno reso difficile e pericolosa ogni prestazione sanitaria soprattutto in caso di emergenza. Non dimenticheremo mai la lunga fila di camion militari che trasportavano le bare dei defunti di Covid nel bergamasco, il tracollo dei reparti di terapia intensiva e delle sale di accettazione nei Pronto Soccorso di tutta l’Italia.

Adesso si dovrà procedere a migliorare l’efficacia della risposta ai bisogni di cura delle persone, alla luce delle criticità emerse durante la pandemia. La dichiarazione che vogliamo sentire è: “Scusate, ci siamo sbagliati a tagliare indiscriminatamente la sanità, pensando solo a ridurre le spese e non badando ai bisogni delle persone!”.

A questo va aggiunto il forte monito del Presidente della Corte Costituzionale che lo scorso 13 maggio, alla presenza del Presidente della Repubblica, ha affermato il dovere dello Stato di intervenire nella questione sanitaria italiana, proprio a seguito dell’enormi carenze riscontrate durante la pandemia. Dichiarazioni che hanno affermato il dovere di intervento da parte della Corte Costituzionale, se il Governo non dovesse intervenire al più presto.

Si procederà presto al potenziamento della rete sanitaria ed all’ammodernamento tecnologico, per tornare più competitivi a livello europeo e mondiale. Torneremo quindi a quell’importanza che aveva la sanità italiana alcuni decenni fa, quando molti studenti stranieri venivano in Italia perché coscienti di far proprio un bagaglio scientifico e pratico che tutti i paesi stranieri ci invidiavano.

Avevamo una rete ospedaliera efficiente ed un sistema sanitario nazionale ben calibrato sulle esigenze della popolazione. Mi riferisco, ovviamente agli anni 60, prima che ci fosse l’intervento clientelare e peggiorativo dei decenni successivi. L’impoverimento dei servizi e l’accumulo dei debiti nelle ASL portarono alla chiusura delle strutture ed al taglio indiscriminato di ogni tipo di servizio sanitario.

Dobbiamo concentrarci e prepararci politicamente per canalizzare al meglio questo nuovo flusso di denaro a favore della sanità ed essere capaci di riportare nella nostra città tutto ciò che ci spetta di diritto, in base alla demografia, alla geografia ed alla storia di Nardò. Tutto questo non va solo voluto, va chiesto!!!

Come intercettare le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per Nardò, sarà compito ed impegno della prossima Amministrazione comunale, di cui spero di essere parte attiva.

Nardò, 19/05/2021 Stefania Antico

                                                                                                                        Candidata di Andare Oltr

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