A poche ore dalla presentazione a Sindaco , Carlo Falangone si trova con la prima tegola, una delle tante a quanto pare, a dover far fronte con i suoi stessi alleati. La questione, nota ai lettori del primo quotidiano cartaceo cittadino il Quotidiano di Puglia, è la ingenerosa critica mossa contro Mellone & Co. per le “specifiche tecniche” relative al lungomare e fronte mare delle nostre due ridenti marine. Se da un lato Falangone muove i primi passi nella ricerca del confronto elettorale diretto, pacato,   i suoi alleati, a dire dell’assessore Natalizio, la buttano sulla polemica nuda e cruda per chi, secondo i malpensanti, il pragmatismo di Mellone e la sua “rivoluzione”, non Copernicana, stia minando seriamente quel consenso “elettorale” facile, facile come bere un caffè al bar. (n.d.r)

La replica con novizia di particolari non si è fatta attendere dall’amministrazione che per voce dell’assessore Natalizio, uomo di sinistra,  ha trovato argomentazioni ben lungi da chiamarle parole al vento : 

“Da Nardò Progressista una posizione retrograda e miope, un altro sbrigativo tentativo di liquidare come inutile e dannosa l’ennesima opera pubblica realizzata dall’amministrazione guidata da Pippi Mellone”. Così l’assessore all’Ambiente Mino Natalizio risponde a una presa di posizione dell’associazione “Nardò Progressista”, fortemente critica nei confronti del progetto di rifacimento del lungomare tra Santa Maria al Bagno e Santa Caterina.
“A dispetto della qualificazione “progressista” – continua – è evidente che ci si trovi di fronte a un atteggiamento totalmente conservatore, che difende lo status quo. In tutte le città si lavora oggi per favorire gli spostamenti sostenibili, soprattutto in contesti come quello di cui parliamo, a Nardò c’è ancora chi si lamenta di non poter andare in macchina e chi considera un inciampo le piste ciclabili. Ovunque si lavora sul decoro e sul verde, anche per attrarre turisti, a Nardò si considera attrattivo il vecchio lungomare che cadeva a pezzi. Ma il candidato sindaco sostenuto dall’associazione condivide questa nota che sembra uscire da un dibattito del ‘900? 


Il progetto in cantiere sta consentendo la riqualificazione di questo tratto piuttosto malconcio, anche a causa delle recenti mareggiate, la più grave delle quali, a novembre 2019, ha creato danni enormi. Ricordo a Nardò Progressista e a tutti che senza questo intervento oggi il lungomare sarebbe transennato e inutilizzabile per larghi tratti, perché a rischio crolli. La balneazione sarebbe stata impossibile senza questi lavori e non certo con il lungomare rifatto. Quindi, una questione di decoro e sicurezza che non era assolutamente rinviabile e, di conseguenza, un progetto e un investimento provvidenziali come pochi.
Va detto che l’intervento è utile anche a mettere ordine sul fronte parcheggi, dal momento che permetterà di cancellare tutte (e solo quelle) le “soluzioni” abusive e in generale non consentite dalle norme stradali, a cominciare dai parcheggi sulla scogliera e sulle banchine stradali. Un pugno nell’occhio che stiamo eliminando per sempre. A proposito di pugni nell’occhio, la questione Aspide non ha nulla a che vedere con i lavori in corso. Visto che lì c’è un recente vincolo archeologico imposto dalla Soprintendenza che ha inibito l’accesso veicolare alla “penisola”. Quindi, a prescindere dal rifacimento del lungomare, l’Aspide sarebbe stato inaccessibile in ogni caso.
Infine, è quanto meno stravagante parlare di marciapiedi piccoli, pedoni che camminano per strada, rischi sulla incolumità, visto che sui bellissimi corridoi pedonali che stanno nascendo c’è spazio sufficiente ovunque per la più bella e comoda delle passeggiate. Sono considerazioni pretestuose e infondate.
La verità – conclude Natalizio – è che anche in questo caso si cerca di contestare l’opera a prescindere da tutto, come accade per ogni cosa fatta da questa amministrazione. E mancando motivi fondati, si estraggono dal cilindro argomenti risibili. Alla base non c’è solo la preconcetta avversione politica nei confronti del sindaco Mellone, della giunta e della maggioranza, ma la assoluta mancanza di una visione moderna di città, che superi l’esistente, che coniughi decoro, sicurezza, sostenibilità ambientale”.

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